Dalla pianura al mare

1 Aprile 2023 0 Di wp_1499909

Cuggiono = Sannazzaro de Burgundi . 21 marzo 2023. . 66, 5 km

E alla fine abbiamo ripreso la bici, e la strada.
Stavolta sono partita, siamo partite, Laila ed io, senza l’entusiasmo e la motivazione di sempre (ma questo vale solo per me, Laila, poverina, non può scegliere, ma dopotutto credo che piaccia anche a lei viaggiare così). Per me è soprattutto un modo di sfuggire alla noia del tran tran casalingo che oramai non mi appartiene più, in attesa di intraprendere un viaggio verso paesi lontani… starei pensando all’ India.
É bastato caricare i bagagli sulla bici e mettermi in strada per risentire finalmente quel senso di libertà, di vita. Anche se all’inizio i paesaggi sono quelli soliti, di tutti i giorni, ma qui a Mezzano, frazione di Sannazzaro de Burgundi, dove c”è  il ponte sul Po che attraverserò domattina e da cui quindi sono già passata, ci sono arrivata da strade inedite, in parte sterrati fra i campi fra la quiete, il silenzio, le fioriture, in questa bella prima giornata di primavera.
Il mio programma di massima, sempre modificabile (e infatti l’ho già modificato), prevedeva che avrei raggiunto Genova in treno da Pavia per evitare di rifare per l’ennesima volta il passo dei Giovi, ma poi, saltata l’ospitalità del mio amico Luca, mi sono domandata srada facendo:”che ci vado a fare a Genova?”. Così ho impostato le Google maps direttamente sul campeggio aperto tutto l’anno sul passo appenninico del Bracco e, chiedendo ad un passante, ho trovato l’albergo per stanotte, dotato anche di ristorante. Perfetto!
E perfetto anche il bilancio di questa prima tappa: 66,5 km percorsi fra le 10.30 e le 17 circa, facili, piacevoli e, soprattutto, tutti con la luce. E domenica prossima partirà l’ora legale. Evvai!
Curiosità: al bar sul Naviglio a Boffalora ho incontrato il mio amico Valerio. Ormai l’incontro con lui alla partenza per un  cicloviaggio sta diventando una tradizione, la volta scorsa l’avevo incontrato a Bernate, sempre sul Naviglio.
Da ricordare l’incontro con Ivana, anche lei in bicicletta,  a Bereguardo. Era qualche decina di metri avanti a me, a un certo punto la vedo ferma sul ciglio della strada: mi stava aspettando!  Mi ha chiesto del mio viaggio, mi ha raccontato che anche lei, con un’amica, la scorsa estate ha cicloviaggiato lungo un percorso fra Croazia e Slovenia per finire a Trieste. Siamo arrivate insieme, chiacchierando, fino al ponte di barche sul Ticino. Foto di rito, poi lei ha girato la bicicletta ed é tornata a casa, io ho proseguito per una ventina di chilometri ancora.

Bernate: il Naviglio eccezionalmente vuoto stimola la creatività ☺
Bereguardo : con Ivana sul ponte di barche

23 marzo 2023. Arquata Scrivia = Chiavari 60 km

Iniziano le difficoltà, del tutto inaspettate devo dire. Tutta “colpa” degli operai della TAV Milano Genova che hanno intasato i pochi alberghi della zona.
Arrivata che erano già quasi le sei ad Arquata Scrivia, mi metto alla ricerca di un alloggio per la notte. Dopo oltre un’ora,  che già comincia ad imbrunire e fare freddo, sono punto e a capo. Niente, nessuno ha una stanza libera. Dovrei tornare a Serravalle, forse lì c”è qualcosa. Neanche a parlarne, indietro non si torna! Vado alla caserma dei carabinieri: chiusa. Dovrebbero rispondere al citofono, macché.  Telefono al 112, mi rispondono da Novi Ligure di prendere un treno e andare da loro. Ma va’. Troverò un posto dove accamparmi. E alla fine stanotte dormirò nel gazebo/dehors di un bar, dove rimedio anche la cena e, domattina, la colazione. La proprietaria,  Alda, é simpatica e ospitale e poi Laila è una marcia in più, la trovano tutti una cagnolina adorabile.
La tappa di oggi è stata ancora abbastanza piana, sono io che mi sono persa via. Tanto per cominciare ho percorso a piedi il lungo ponte della Gerola: mi volevo guardare con calma lo stato del Po che, effettivamente, dà proprio l’idea della siccità che ci sta affliggendo quest’anno: dell’immenso fiume non è  rimasto che il ramo più meridionale, tutto il resto è una pietraia. Poi miss Google mi ha suggerito un percorso sterrato… sterrato? Pietroso, per meglio dire, quasi impedalabile, che ha richiesto molto tempo. E domani si comincerà a salire per davvero.

Siccità. Qui l’anno scorso c’era l’acqua
Del Po è rimasto solo questo
Il ponte di ferro della Gerola
Castelnuovo Scrivia: cambio di abbigliamento al riparo di questa piazzetta. I pantaloni lunghi erano diventati insopportabili
Si va verso gli Appennini
Sosta “pranzo”
Zona di grandi campioni questa. Coppi…
… e Girardengo
Cassano Spinola
Lo Scrivia
Arquata Scrivia
Con Alda e suo marito davanti al dehors del loro bar, albergo di fortuna per stanotte

23 marzo 2023. Arquata Scrivia = Chiavari. Km 90

Tappa lunga, con tanta salita, non dura, ma lunga. Diciamo circa metà del percorso. L’altra metà discesa, pianura ben poca. Del resto siamo nell’Appennino ligure. Lascio il bar di Alda intorno alle nove, dopo aver fatto colazione e aspettato che facesse un po’ meno freddo, e prendo la strada dei Giovi. Il passo è dopo Busalla e stavolta me lo risparmio perché a Busalla devo deviare verso il Leccio, praticamente un altro passo anche se non ho visto il solito cartello marrone con l’altidtudine. Sulla strada, verso Montoggio, incontro Roberto,  un cicloviaggiatore di Novi Ligure come me bello carico. Lui non ha cane e carrellino, ma ha le borse anche sulla ruota davanti.  Ci scambiamo un po’ di informazioni sulla strada, lui viene dal Bracco, che io farò domani, e sta tornando a casa, dal suo cane Urano, un boxer di 40 chili che aveva tentato di trasportare con un carrello tipo il mio che una volta si è ribaltato, il cane si è spaventato e così… Mi consiglia un ristorante economico dove si mangia bene a Montoggio, ma quando ci arrivo, circa un quarto d’ora dopo, stava chiudendo. Così ripiego sul bar e pranzo con la focaccia genovese comprata poco prima a Ronco Scrivia (che farebbe l’invidia della mia amica Raffaella) e l’affettato del bar. Riempio la camel aggiungendo l’integratore anticrampi che, dopo aver dormito sui divanetti del gazebo si impone, caffè  e riparto.
Ho seguito la valle dello Scrivia che poi lascia il posto all’Antola, un torrente che si scava il letto fra le rocce. Dopo Leccio inizia la discesa fino a Chiavari, dove arrivo verso le nove di sera.  All’hotel vicino alla stazione accettano Laila con supplemento di ben 20 euro, la metà di quello che pago io. Camera francescana, bagno condiviso con le altre camere del piano, ma va bene così. Per la “cena” dö fondo alle mie riserve: pecorino sardo, yogurt, biscotti e un’arancia, poi, quando scendo, noto un avviso che vieta severamente di portare cibo in camera 😀. Passeggiata serale sul lungomare e a nanna. Domani mi aspetta il Bracco.

Pietrabissara
Isola del Cantone
Ronco Scrivia
Con Roberto
Montoggio

24 marzo 2023. Chiavari = Levanto. 50 km + treno per Fiorenze

…di cui quasi 35 di salita, non dura,  oddio, non sempre dura, ma lunga e quindi estenuante e i 15 rimanenti di discesa a rotta di collo. Bello il percorso fino al passo del Bracco, con tanta vista mare. Scendendo verso La Spezia, mi dicono, le Cinque Terre non si vedono, a meno di non scendere, e poi risalire, in ognuna. Grazie no, non devo espiare così tanti peccati 😀 e poi i borghi li conosco già bene.
Così scendo a Levanto e prendo il treno per Firenze dove mi aspetta Tommaso, conosciuto dieci anni fa sul cammino francese che stavo rifacendo insieme a mia nipote Ombretta, che, vedi a volte il caso, mi ha telefonato ieri dopo anni che non ci si sentiva.
La tratta in treno é stata forse più massacrante del passo: a Levanto, stazione priva di ascensore, ho dovuto smontare tutto, trascinare pezzo per pezzo lungo le scale e rimontare il tutto una volta raggiunto il binario. Per fortuna avevo il tempo e poi una gentile signora che stava aspettando lo stesso treno si è offerta di aiutarmi. Anche a La Spezia una comitiva di viaggiatori ha preso in carico il carrellino con dentro Laila aspettandomi all’uscita  dell’ascensore. A Firenze è andata meglio, niente scale per uscire dalla stazione centrale, con tutti i binari allineati. Laila ha ricevuto una dose supplementare di coccole da un ferroviere all’uscita dei binari. Niente da dire, é una cagnolina che piace; stamattina a Chiavari, lasciando l’albergo,  una signora non la smetteva più di sbaciucchiarsela. Le ho promesso di mandarle qualche foto.
Domani riposo dalla bici, soprattutto per Laila per cui la tappa odierna ha rappresentato una dura prova. Ci faremo un trekking con un gruppo di camminatori locali 🙂

Chiavari
Lavagna
Bella la ciclabile dell’Ardesia… peccato che si interrompa nel nulla costringendoti a tornare indietro di chilometri
Sestri Levante
Le fasce liguri
Si inizia a salire
Sulla strada del Bracco, che poi è l’Aurelia
Si scende? Insomma, si sale ancora un po’
Acqua! Cominciavamo ad anelarla? Vero Laila?
Levanto