Si cambia canale… e itinerario: le Blavet e Vannes

11 Ottobre 2022 0 Di wp_1499909

7 – 9 ottobre  2022. Pontivy – Pont Augan – Pluvigner – Vannes. 52 + 55 + 55 km

Vicino alla Decathlon cerano dei supermercati, ma non mi rifornisco di cibo: sono le due del pomeriggio, percorrerö almeno trenta chilometri,  troverò qualcosa lungo il percorso. Macché! Rien de rien! A Saint Nicolas des eaux c’era qualche bar e una creperie, ma uno aveva cessato l’attività da tempo e gli altri aprivano alle cinque, poi basta: non troverò più niente. Intorno alle sei vedo l’indicazione di un campeggio che, secondo un tizio seduto su una panchina a cui chiedo informazioni, é aperto, ma non vende cibo. I negozi più vicini sono a tre chilometri lungo la strada del ponte poco più avanti. Vicino al ponte c’è un bar, magari hanno delle camere. Entro, non c’è nessuno. Appare il proprietario che mi dice che non hanno camere, però stasera posso mangiare qui un panino di quelli precotti: avevano anche il ristorante, prima del Covid… comunque stanno aperti fino all’una di notte. Mi sembra di essere entrara in un romanzo di Simenon. Il bar sul canale, già il suo nome, Au rendez vous de pecheurs, il proprietario… sembrano usciti da quelle pagine. Quando poi più tardi ci ritorno, e lo trovo pieno di gente, l’atmosfera alla Simenon è massima. E non ci ritorno solo per mangiare un panino, ma con l’intenzione di passarci la serata perché il camping é chiuso. É chiuso, ma siccome c’e la roulotte di un amico del proprietario, il cancello è aperto. Vado a bussare alla roulotte e mi apre un signore anziano che mi conferma che il campeggio è chiuso, che sono chiuse anche docce e toilettes, ma che mi posso tranquillamente installare, lui non mi ha visto. Decido di non montare la tenda, ma di dormire sotto il porticato con tavoli e panche di legno dietro la reception. Mi cambio, lego la bici, metto le cose che mi serviranno a portara di mano e vado al bar. Tra i numerosi avventori c’è Sarah, la moglie di Nicolas, il proprietario, con le due figlie: una ragazza di diciannove anni dal nome bretone che non ricordo e Eleanor, una piccolina di neanche cinque anni che viene immediatamente presa di mira da Laila che ci vuole giocare insieme. Sarah si presenta e mi presenta ad altri avventori; tutti quelli che entrano la baciano, e baciano anche me che le sono accanto. Sarah decide che non posso dormire sotto il porticato del campeggio e parla con un altro cliente per cercarmi una sistemazione. Alla fine mi si avvicina e mi comunica che dormirò a casa sua, in un paese vicino. La bicicletta può rimanere nel locale dell’ex ristorante. Lascio Laila a giocare con i bambini …per lei stasera é una festa: al sicuro nel bar, può scorrazzare liberamente insieme a loro… e vado a recuperare la Lola, poi saliamo in macchina alla volta di Quistinic, dove abitano loro. Sarah accetta entusiasticamente che cucini degli spaghetti, mi racconta che é stata in Italia tanti anni fa in gita scolastica e che vorrebbe ritornarci. Naturalmente la invito a casa mia: dopo questa bellissima serata é già una sorella per me. Eleanor poi é deliziosa, mi regala due disegni e non si stanca di giocare con Laila. Anche loro hanno un cane, un enorme cucciolone corso di nove mesi che pesa già sui quaranta chili, una forza della natura. Laila ne ha paura anche se lui vorrebbe giocare con lei. Dal canto mio non mi sento tranquilla: come dice Sarah,Titan (di nome e di fatto) est gentil, mais brut potrebbe involontariamente farle del male.
Spaghetti cucinati e mangiati, Eleanor a nanna, Sarah ed io rimaniamo a chiacchierare un bel po’. L’indomani lei avrà mille impegmi, ma intanto andremo insieme a comprare qualcosa per la colazione, così avrò l’occasione di vedere il borgo di giorno, poi torneremo al bar, dove lei deve fare le pulizie prima dell’apertura, alle undici, ora in cui arriva Nicolas, giusto in tempo per fare insieme alcune foto ricordo. Anche qui, nel Blavet, è rimasto un po’ di Toby.
Come dice Sarah, il nostro è stato proprio un bell’incontro e, come dico io, sono queste le cose più belle, indimenticabili, dei miei viaggi. Prima di ripartire Eleanor si accommiata con dispiacere da Laila, la riempie di bacini e le dice: “Laila, je t’aime”. Amore!

E a questa bella condivisione con Sarah e la sua bambina di poche, ma importanti ore delle nostre vite, ne segue a ruota un’altra, il giorno seguente. Questa volta con Helene, Gilles e il loro figlioletto, Timothée, per non dimenticare Ria, una simil labrador di due anni: lei e Lalla fanno subito k, si annusano, si danno i bacini, giocano. Un’altra serata di festa per lei. Cambiamento di programma: invece di andare a Lorient e cercare di raggiungere Vannes in battello, farò il contrario.Imposto Vannes sul navigatore, dopo le 17.00 in modalità auto e approdo a Pluvigner, dove fermo una coppia, Helene e Gilles, per chiedere se c’è qualcosa per dormire qui. Peut etre, mi consigliano di chiedere al bar. Li ringrazio, cerco di ripartire, ma cado. Stupidamente, da ferma! Gilles mi aiuta a rialzare la bici e aggiunge che, se non dovessi trovare niente, loro abitano al numero 51 di questa via e posso dormire da loro. Forse sto diventando sfacciata, ma loro sono simpatici e se posso evitarmi un’altra stressante ricerca per poi finire in un albergo anonimo e caro… chiedo loro se posso accettare da subito l’offerta. A casa, una bella villetta con giardino e orto, c’è Timothée, un simpatico ragazzino di undici anni appassionato di robot, e di cani, a giudicare da come gioca con Ria e Laila. E anche qui Laila può essere lasciata libera di correre. Passiamo insieme una piacevole serata, Helene si mette a sferruzzare e scopro che fa dei bellissimi lavori a maglia; una volta, in un’altra vita, li facevo anch’io.
Mi sveglio in una bella domenica di sole… in realtà il sole lo vedo spuntare perché io mi sveglio sempre che è ancora buio… Questa promette di essere proprio una bella tappa, a giudicare dalle indicazioni e i suggerimenti che Gilles mi dà dopo colazione, sulla cartina della Bretagna che si arricchisce di sottolineature e cerchiolini intorno ai nomi delle località da non perdere assolutamente Mi suggerisce anche un itinerrio per Vannes su petites ruotes che si rivela essere l’esatto percorso della ciclovia 45: Pluvigner, Sainte Anne d’Auray,  Bono, Arradon, Vannes. Messe queste tappe sul Google maps risultano 39 chilometri per cui penso di pranzare a Vannes intorno alle due e poi andare a vedere se posso saltarmi un pezzo di avanti e indrè con un battello. Mai fare i conti con miss Google: prima cosa, e ormai lo so per esperienza, i chilometri che ti dà all’inizio sono sempre almeno dieci di meno di quelli che percorrerai e, seconda, quando passi per posti molto belli ci “perdi” tempo. E la Bretagna, sul mare,  è bellissima, me la sto proprio godendo. La costa da questa parte poi é un incanto. Siamo sempre sull’Atlantico,  ma non è l’oceano sconfinato delle Landes: qui è pieno di calette, porticcioli, estuari di fiumi o lunghe insenature. E i paesi sono dei gioielli, con le loro casette con il traliccio a vista, le piazzette piene di bar pieni di gente… beh, ci sono passata di domenica… è tutto ben tenuto, curatissimo. Le ciclovie sono ovunque (da quando sono in Bretagna di chilometri su strade senza neanche una corsia ciclabile ne ho percorsi davvero pochi), molto ben segnalate (se sbagli strada è perché non l’hai vista tu la freccia, ma lei c’era) e con l’indicazione, di tanto in tanto, delle distanze. Posso tenere spenta miss Google, che tanto i tratti di ciclovia con pista ciclabile propria, non a lato della strada, non te li suggerisce perché non sono scorciatoie, anzi ti fanno allungare un po’, ma sono le parti più belle, fra boschi di castagni e piccoli borghi, in cui miss Google,  se proprio non se ne può fare a meno, non ti fa entrare. È vero che te lo scrivono che le indicazioni dei percorsi in bicicletta non sempre corrispondono alle condizioni reali e quindi seguire le indicazioni delle ciclovie ti dà in più la sicurezza di un fondo pedalabile.
Una sorpresa, oggi, sono stati i gruppi di scout in visita al santuario di Sainte Anne d’Auray, che, come dice il pannello all’entrata del paese, Papa Giovanni Paolo II onorò con la sua visita nel 1996. Uno di questi gruppi era giudato da un suonatore di cornamusa: un piacere anche per le orecchie!
Alla fine a Vannes ci sono arrivata verso le sette. Ho impostato l’hotel, economico, Ibis budget. Economico? 69 euro e si trova fuori Vannes, vicino a un centro commerciale rigorosamente chiuso. Che ci faccio qui? Meglio cercare qualcosa a Vannes. Passo davanti a un Kyriad, entro e chiedo: 85 euro, argh, ma ormai i prezzi sono questi, e senza neppure la colazione. Vabbè, gli ultimi due giorni sono stati a costo zero, siamo ancora nella media. Per l’Inghilterra sarà bene scrivere a qualche warmshowers, se non voglio tornare in mutande. E se non voglio restare in mutande, sarà bene comprare un pantalone di ricambio! Speriamo domattina qui a Vannes.
Quando controllo il telefono trovo un Whatsapp di Soazig che mi dice che ho incrociato sua sorella e suo cognato in bici dalle parti di Baden e che mi hanno riconosciuto dalle foto su Facebook.Incredibile, il mondo è davvero piccolo!
Visto che oggi sono già andati 100 euro e che non ho neanche tanta fame, cena in camera con le poche cose che ho con me e giro serale per la città, di una bellezza! Me la godo senza macchina fotografica,  le foto le farò domattina. E c’è anche la luna piena!