22 luglio 2020. Acconia di Curinga – Joppolo

4 Agosto 2020 0 Di wp_1499909
Acconia di Curinga – Pizzo Calabro – Vibo Marina – Briatco – Marina di Zambrone – Parghella – Tropea – Gurdureĺlo – San Nicolò – Coccorino – Joppolo

Km 71

La Calabria è bella, ma pensavo i calabresi più e ospitali, come lo sono in genere i meridionali. Tra ieri ed oggi ho già collezionato due esperienze negative, quella di oggi peggiore perché mi appreso a passare la notte in spiaggia, senza neppure una doccia, solo una sommaria risciacquata e deodorata nel bagno della pizzeria dove mi trovo.
E dire che è stata una tappa stupenda quella di oggi, passante per due perle di questa costa, Pizzo Calabro e Tropea. Entrando in Pizzo Calabro ci si rende conto dell’esistenza della chiesetta di Santa Maria Piedigrotta, direttamente sulla spiaggia, scavata in una grotta con tante statue scolpite nella medesima roccia. Non è antica perché tra i gruppi scultorei c’è anche quello della grotta di Lourdes, ma é proprio bella. I ragazzi del parcheggio si offrono di curarmi la Kūbiña, così la posso visitare. Se si vuole, c’è anche un biglietto cumulativo che comprende la visita al castello ed io, naturalmente, voglio. Quando sto per lasciare il parcheggio, diretta da Ercole per gustare il famoso tartufo di Pizzo, ecco apparire Francesca in sella alla sua bici. Era una cinquantina di chilometri più indietro di me, ma stamattina é partita presto e ha recuperato. Le canto le lodi della chiesetta, le dico del biglietto cumulativo e le dó appuntamento da Ercole che si trova proprio in piazza davanti al castello. Gustato il tartufo, lo visitiamo. È tutto incentrato sulla vicenda storica e umana di Gioacchino Murat, cognato di Napoleone per averne sposato la sorella Carolina, che fu re di Napoli dal 1808 al 1815, anno in cui, sconfitto, venne imprigionato nel castello nel quale fu poi fucilato il 13 ottobre da un plotone d’esecuzione a cui egli stesso impartì l’ordine di fare fuoco.
Conoscevo la storia a grandi linee, ma in questo castello ho scoperto un grande uomo.
Proseguiamo poi alla volta di Tropea dove arriviamo quasi contemporaneamente da percorsi diversi. Tropea è davvero bellissima, piena di monumenti e di scorci incantevoli. Per ricordarla compro il magnetino della cesta delle famose cipolle rosse, solo il terzo in questo cicloviaggio.
Francesca è indecisa se fermarsi qui, ma poi opta per proseguire. Durante la strada la perdo, si sta facendo sera e, giunta in quel di Joppolo chiedo informazioni sulle possibilità di alloggio per la notte. Tutti i miei interlocutori, dalle persone interpellate per strada  alla giovane mamma che gestisce la pizzeria sulla spiaggia, mi parlano di un b&b economico vicino ai campi da calcetto. Ci vado. Non è un b&b, è un quattro stelle  e per giunta non c’è nessuno, anzi no, qualcuno c’è: un grosso cane libero che mi segue abbaiandomi minacciosamente fino alla reception. Anche qui deserto, finché  non esce un giovane papà con il bimbo in braccio che mi spiega che dell’hotel si occupa il suocero, che è all’ospedale; in alternativa sua moglie, che sta tornando da Reggo Calabria e dovrebbe essere qui entro dieci minuti al massimo. Aspetto seduta ad un tavolino, con il grosso cane che continua ad abbaiarmi furiosamente, incurante dei richiami del padrone. Passata una mezz’ora,  decido di andarmene. Alla pizzeria mi indicano un altro b&b di cui, una volta localizzato, non riesco a trovare l’entrata. Chiedo aiuto a una famiglia in un vicino giardino, mi trovano il numero di telefono, chiamo: sono al completo, niente da fare.
Vado a mangiare una pizza, chiedo se mi lasciano passare la notte nel loro giardino: niente da fare anche qui. Così mi sistemo in spiaggia: lego la Kūbiña ad una grossa barca, piazzo il materassino li vicino e, rapidamente,  mi addormento. 
Vengo svegliata alle due di notte dal pizzaiolo che mi invita a trasferirmi sotto la tettoia del ristorante perché poi in spiaggia sarà umido e si formerà la rugiada. Di dormire sotto la tettoia era proprio quello che avevo chiesto io e lui e sua moglie mi avevano detto che non era possibile. Lui lo spiega con una certa rigidità della moglie in fatto di regole, mentre lui è più elastico. Mi offre anche la possibilità di farmi una doccia, fredda, ma va benissimo, e, quando, rinfrescata e con indosso vestiti puliti, torno al mio giaciglio, mi offre una birra e rimaniamo a chiacchierare un po’. Mi spiega che la notte lui rimane sempre a dormire nel suo locale, nelle tre ore che gli restano libere tra la chiusura, intorno alle due, e le cinque del mattino, ora in cui si deve attivare per far funzionare il bar. Una vita dura, ma stanotte rinuncerebbe anche a quelle poche ore di sonno per stare con me. Inizia tutto uno strano discorso sul fatto di avere un’avventura occasionale, che non sarebbe un tradimento, ma un modo per uscire dalla routine e che dovremmo approfittare di questa occasione. Ma parla per te! Io mi sto girando l’Italia in bici, ti sembra che non stia già uscendo abbastanza dalla routine? E poi avrai l’età di mio figlio, ma pensa te!
Così se ne torna mogio mogio al suo lettino e il mattino é molto freddo nei miei confronti.
Poco dopo le sei sono già in viaggio e va bene cosi perché si profila una tappa bella lunga, che include il traghetto per la Sicilia.