17 luglio 2020. Agropoli – Pisciotta

27 Luglio 2020 0 Di wp_1499909
Paesi attraversati:
Agropoli – Santa Maria di Castellabate – Castellabate – San Marco di Castellabate – Ogliastro marina – San Nicola al mare – Agnone Cilento – Acciaroli – Marina di Casal Velino – Pioppi – Ascea – Pisciotta

Km 83

Ovvero, la tappa del “muro”, come i ciclisti di qui chiamano lo strappo finale, circa 300 metri con una pendenza superiore al 20%, sulla strada che da Ascea conduce a Pisciotta; la vecchia strada, perchè, a causa di una frana è crollato un viadotto sulla statale che é quindi interrotta. 
Salvatore ci aveva messe in guardia, consigliandoci di prendere il treno da Ascea a Palinuro, come fa la maggior parte dei ciclisti. Non abbiamo seguito il consiglio e abbiamo affrontato il muro. Francesca, che, come sempre, mi precedeva finché  non l’ho persa definitivamente, ha fatto la stessa scelta. Sulla strada incontro un altro cicloviaggiatore che, invece delle borse, ha un carrellino. Facciamo un tratto insieme.  È veneto, come Francesca, anche lui pensionato. Mi informo sul carrello, che sarà il mio futuro quando mi porterò a casa Toby, un amore di cagnolino che si è  fatto adottare da me in quel di Faramontanos, nella lontana Spagna.
In un bar di Marina piccola di Castellabate c’è già Francesca ad aspettarmi… aspettarci in questo caso, anche se inconsapevolmente. Due veneti in un colpo solo, ciò! 😀
Decidono di rimanere sulla strada, io scelgo un altro percorso, voglio passare per San Marco, come mi ha consigliato il vecchietto che si occupa della statua della Madonna sul lungomare di Santa Maria di Castellabate. Li ritroverò più avanti, a Ogliastro Marina, seduti ai tavolini di un bar. Ritroverò ancora Francesca sul lungomare prospicente una bella pineta andando verso Acciaroli e, molto più avanti, lungo la strada, quando mi fermo a parlare con dei venditori di cesti, venendo a sapere che è passata di qui una mezz’oretta fa. Con Francesca stiamo quindi trovando la modalità giusta, senza ricorrersi telefonicamente o fermarsi ad aspettarsi; tanto poi ci si ritrova la sera. Da qui in poi è tutto un susseguirsi ed intrecciarsi di località fino ad Ascea, nome che annuncia il muro, fino al quale, però, la salita è pedalabile.
Quando poi, scalato faticosamente il muro, scendo a Pisciotta (mancano circa dieci chilometri a Palinuro, la mia meta, concordata con Francesca), davanti ai miei occhi si materializza l’insegna di un albergo a tre stelle sulla discesa verso il mare. Entro a chiedere il prezzo, 40 euro colazione compresa. È mio! Chiamo Francesca per sapere se vuole anche lei fermarsi qui, ma é già arrivata a Palinuro dove ha trovato un camping che, se arrivo, mi accetta anche tardi. No, grazie, preferisco qui. E si rivela la scelta giusta. In albergo c’è anche il ristorante, dove mangio un’ottima pasta all’uovo fatta in casa ai frutti di mare, poi, ripulita e rimessa in forze, vado a visitare il paese, a un chilometro di distanza. La strada è illuminata, mi dicono, ci si può andare tranquillamente a piedi.
Davvero bella Pisciotta, dominata da un castello che, da lontano, e complice l’illuminazione, sembra un tempio. All’ingresso del paese un murales riporta i versi dedicati a Pisciotta dal grande poeta Ungaretti, che, per una volta, si è abbastanza dilungato nella descrizione.
Mi perdo per stradine e vicoletti, pallina di gelato al fiordilatte affogata nel caffè in un bar sulla bella piazza e, anche per oggi é finita. Mi addormento cullata dal rumore delle onde proprio sotto la mia finestra.