Romania
26 – 27 – 28 ottobre
26 ottobre. Timisoara
E finalmente entro in Romania. Navigatore impostato su Timisoara. Passo per tutta una serie di paesi con case veramente di pregio, belle ville con costosissimi cancelli dorati lungo strade che sembrano dei patchw huork di vari tipi di asfalto, cemento e pezzi sterrati, più le buche, of course, sulle quali si procede saltabeccando. Arrivo a Timisoara in tarda mattinata, giro parecchio alla ricerca di un parcheggio possibilmente gratuito e soprattutto senza limiti di tempo e parti, a piedi sob, alla scoperta di questa bellissima città. E dire che lungo il fiume c’era un bel percorso ciclabile, salite e scalinate quasi assenti, perfetta da visitare in bici. Anche qui cerco un rimedio per il carrellino: entro da un ciclista che manda da un altro ciclista che ha un asse per la ruota fatto apposta per agganciarci qualcosa (anche se dall’illustrazione il.wualcosa era un portapacchi). Ancora troppo corto, ma pare la misura massima. Costa intorno agli 8 euro; lo compro, troverò un fabbro che me lo allunghi. Non qui però. Pazienza, Laila ed io ci godiamo comunque la giornata gironzolando per il parco e per le vie del centro finché si fa buio ed è ora di tornare alla macchina. Mi incamminò tranquila, mi ricordo a grandi linee la strada per arrivarci e poi ho salvato la posizione del parcheggio. Dannato Google Maps! Manco le posizioni salva come si deve. La zona era quella, ma la via no. Io mi ricordavo anche il nome, ma non era in grado di condurmici ed io non mi ricordavo con precisione i particolari. Dopo aver girovagato per un’ora buona vedo un taxi fermo e chiedo lumi al tassista che gentilmente di offre di aiutarmi nella ricerca. Mi fa salire con Laila, lui da come arrivare nella via del parcheggio mentre Google Maps mi portava fino in via Tolstoj e poi mi proponeva un tratteggio indefinido che non mi portava da nessuna parte. Dopo una decina di minuti ecco apparire la mia macchina. Abbraccio d’impulso il tassista e lui forse fraintende. Già prima mi aveva chiesto fino a quando mi sarei fermata a Timisoara; adesso mi chiede se possiamo passare un po’ di tempo insieme. Io lo invito a bere qualcosa anche per sdebitarmi. Ma lui non vuole questo, mi propone di ‘dormire’ con lui. No, grazie. Perché no? Ma perché per scendere così in intimità, almeno per me, ci deve essere già qualcosa, mi devo innamorare. Ma per queste cose ci vuole tempo, dice lui. Vabbè, dico io, preferisco farmi un giro in bici. Ah, i maschi, difficile che il loro aiuto sia disinteressato!
Un uomo politico si fa registrare. Ci sono le elezioni qui? Peccato la bici fuori uso Le voglio vedere accese! Accese! Che spettacolo la luna piena di stasera!
Lascio Timisoara alla volta di Ortisoara dove Park4night mi dice che c’è un’area camper accanto a un ristorante aperta tutto l’anno, con servizi e docce. Seee…Tanto trovarla è già un problema. Google Maps che si attiva quando cerchi le indicazioni su Park4night, mi dice che sono arrivata. Come arrivata? Se qui non c’è niente! Proseguo fino al paese dove mi spiegano che devo tornare indietro e prendere uno sterrato di due chilometri sulla sinistra. L’unico che c’è, non mi posso sbagliare. Non mi sbaglio infatti e ci arrivo. Proprio un bel posto: il sentiero ad un certo punto si snoda tra due laghetti in cui salici piangenti immergono le fronde, davanti al ristorante tavolini, lettini di legno e ombrelloni di paglia, però è tutto chiuso, non c’è nessuno. Pazienza, il posto mi piace, mi fermo qui. Vengo svegliata dall’abbaiare di Laila contro altri cani che abbiano a loro volta. Sbircio dalla finestra: ci sono quattro cani quattro, enormi. Per ora non corriamo pericolo: Laila dorme in macchina e io sono troppo in alto per i cani, ma domattina? Domattina, appena i cani si allontaneranno, speriamo (adesso dormono accanto alla mia macchina), scendo, metto in moto e me ne vado con la tenda ancora aperta: la chiuderó non appena raggiungerò un posto sicuro. E bene faccio, perché quando passo con l’auto per il.posto dove si sono trasferiti le si avventano contro e mi inseguono per un po’.
27 – 28 ottobre.
Romania mordi e fuggi. Non avevo in programma la capitale Bucarest perché mi avrebbe fatto allungare di un migliaio di chilometri; ho puntato direttamente verso la Bulgaria impostando il navigatore su Sofia. Lasciati salici e cani faccio una prima tappa colazione a Dumbravit. Parcheggio accanto a un bel parchetto al centro del quale sorge la chiesa anche per fare sgambare un po’ Laila e vado a cercare un bar, dopo aver comprato la brioche alla Bakery. Si è pure messo a piovere per cui indugio un po’ sfruttando il wifi, poi penso di ripartire. Penso, perché, facendo retromarcia sovrappensiero sento un crack: fanale posteriore destro rotto insieme a quello del furgone contro cui sono andata a sbattere. L’autista non c’era, c’era un signore che credevo fosse il proprietario. Tiro fuori la constatazione amichevole comincio a compilare la mia parte e gli chiedo di fare lo stesso con la sua. Nel frattempo arriva un altro uomo che me la strappa di mano, traccia uno schizzo dell’urto nell’apposito riquadro, risale sul furgone e riparte. Rimango lì come un’allocca col primo signore che mi spiega che il.furgone è un autobus del servizio pubblico che collega Dumbravit con Timisoara e che tornerà intorno a mezzogiorno. Non mi resta che aspettarlo, ho bisogno dei suoi dati. Nel frattempo (gli avevo lasciato il mio numero) mi chiama un numero con prefisso rumeno: dall’altra parte c’è un funzionario della società dei trasporti che mi spiega in inglese che verrà qui a sistemare l’iter burocratico con me. Arriverà tra mezz’ora. L aspetto al bar di prima, il cui proprietario parla spagnolo: almeno con lui posso comunicare senza difficoltà.. insomma, fra compilazione di due constatazioni amichevoli, la mia e la loro,e telefonata al Fabio della Sara assicurazioni che ormai non mi sopporta più 😅 se ne va l’intera mattinata. E continua s piovere. Altra tappa a Logoj dove in in bazar cinese periferico compro uno scotch bello largo per riparare il fanale danneggiato dall’acqua oltre a cibo e guinzaglio nuovo per Laila che sta distruggendo quello in uso. Mi fermo anche in un autolavaggio s gettoni, ma il gentile gestore la macchina me la lava ed aspira lui. E ne aveva proprio bisogno di una bella lavata! Povera macchina in mano mia, ha solo pochi mesi di vita ed è già molto vissuta: due incidentini più una bottatella nel cortile di casa ad opera di un vicino che, nonostante la sua auto recasse tracce dela vernice bianca della mia, ha negato ogni addebito. Che fare? Già i miei rapporti con i vicini non sono buoni… vabbè, quando riparto e passo per il centro di Logoj rivaluto la città che finora mi era sembrata proprio brutta, mi fermo a scattare qualche foto, ma non ho voglia di visitarla. Mi dirigo verso un’area di sosta trovata sul solito Park4night, ma sulla strada, a Baile Herculane, ci sono degli hotel. Non sembra un posto caro; entro a chiedere al Magic, tre stelle: 36 euro colazione compresa. Affare fatto. Parcheggio l’auto nel cortile proprio a un passo dalla porta della mia camera. Faccio appena in tempo prima che si aprano le cataratte del cielo. Almeno questa è andata bene!
Dumbravit Logoj Finalmente si dorme su un letto!
29 ottobre
Decisamente la Romania non mi ha portato bene, anche se stavolta la causa del male è stata Laila. Mi ha morso e stavolta mi ha provocato proprio una brutta ferita 😡 Ma andiamo con ordine. Stamattina la giornata promette bene: la pioggia di è sfogata nella notte e adesso splende il sole. Riparto alla volta della Bulgaria; in Romania mi restano ancora Orsova e Drobeta, mi spiega la receptionista del Magic, poi posso puntare su Sofia. Il percorso oggi è magnifico, la strada si snoda lungo il Danubio che a volte sembra un lago tanto è largo, del resto non manca molto a che sfoci nel mar Nero. A Orsova ci fermiamo a passeggiare in riva al fiume, verso Drobeta, con il tempo che intanto è peggiorato un’altra volta, accade il fattaccio: adocchiato un bello spiazzo sul Danubio dove ci sono dei pescatori, penso di fare qui la pausa pranza. Parcheggio, apro la portiera di Laila per farla scendere: non c’è! È già uscita dalla mia e di è diretta al fiume. Poco male, tranne il fatto che non deve scappare, ma poi corre in strada, mentre sta arrivando un TIR. Mi sbraccio, il camionista di ferma, con l’inganno riesco a farla risalire in macchina, ma quando le apro lo sportello, le metto il guinzaglio e la sgrido, mi si avventa contro e mi dà un morso che mi strappa pure il golfino, un morso profondo sul polso. Metto un cerotto e la crema antibiotica, ma penso di aver bisogno di un paio di punti. Stavolta la stronzetta non la passa liscia: viaggerà con la museruola fino alla frontiera e niente pappa a mezzogiorno. Magari mi ha morso perché era spaventata, ma ‘sto cane va rieducato!