Estasi e tormento
29 luglio 2023. S.Martinho do Porto – Ferrel. 50 km circa
Diario di una giornata epica, in cui è successo di tutto. Dai momenti belli, due di pura beatitudine, al rasentare la disperazione. Ma andiamo con ordine.
Lascio abbastanza di buon’ora, nove e qualçosa, il bello e caro, campeggio di S.Martinho prt poi scoprire che in paese, quello che non ho raggiunto ieri sera, c’era un altro camping, proprio vicino alla spiaggia. Che fretta c’era? Mai fermarsi nel primo posto, così, senza neanche guardarsi un po’ in giro. Comunque, se alla repceção mi avessero detto il prezzo quando gliel’ho chiesto, invece di rispodermi mañana, probabilmente non sarei rimasta. Non era tardi, avrei potuto proseguire ancora quei pochi chilometri. Vabbè, tutta esperienza per il futuro.
La tappa di oggi è stata bellissima. S. Martinho do Porto è una bella cittadina davanti a una baia circolare molto suggestiva, un angolino per famiglie ritagliato sull’oceano, dove anche i bambini possono fare il bagno senza pericolo. Le solite passerelle sulle dune, qui vietate alle biciclette, che potrò percorrere poco più avanti, sulla laguna de Obidos. Arrivo alla spiaggia scendendo da discese da paura e, addocchiato un bar in riva al mare, ehm alla laguna, in un tratto di arenile dotato di bagni e docce mi fermo a mangiare e poi mi concedo il primo, vero, bagno. Oddio, bagno; sarò rimasta in acqua un minuto da quanto era fredda poi, dopo una doccia, ovviamente fredda, mi stendo al sole in riva al mare. Primo momento di beatitudine: l’assenza di pensieri, la mente che si rifiuta di concentrarsi su alcunché… progetti, fantasie, qualsiasi cosa. Solo un senso di fusione con l’infinito nel quale mi addormento. I cani non erano ammessi in spiaggia cosí ascio Laila nel suo carrellino sistemato all’ombra, legata col guinzaglio e non col moschettone. La ritrovo che dorme all’ombra di una siepe e del carrelino, ormai colpito anche lui dai raggi del sole. Si era scavata una buchetta nella sabbia, come faceva Toby: tenerezza infinita.
Il secondo momento di beatitudine lo vivo nel pomeriggio, pedalando intorno alla laguna di Obidos su bei percorsi naturalistici, tortuosi e con le solite, inevitabili salite, ma in un paesaggio incantevole, e con il vento a favore a renderle un po’ meno dure.
E poi cominciano dapprima i guai e poi qualche ora di cupa disperazione quando, a Casal da Lagoa Seca, apprendo consultando gli spostamenti sulle Google maps (mentre io pensavo di essere a Caldas da Reina), le stesse mi indicano un percorso che non esiste, che si rivela un loop: qualunque direzione prenda non va bene, capisco che vuole mandarmi su un tratto sconnesso che non sembra neppure un sentiero, torno indietro e, affidandomi al mio intuito, ad un certo punto mi ritrovo nell’aia di una fattoria dove due ragazzini girano in bicicletta. Chiamano il nonno che mi spiega che, da dove sono, l’unico percorso per Peniche, uno dei punti più occidentali d’Europa, é un sentiero sterrato che fra un paio di chilometri mi condurrà in un paese dove c’è una pompa di benzina che fa anche da campeggio. Non ricordo il nome del paese, ma non ci arrivo; arrivo a Ferrél spingendo la bicicletta sulla sabbia di un sentiero in salita, almeno un chilometro di cupa disperazione, al buio, dopo i due chilometri nel bosco da cui ero riuscita ad uscire, alle nove passate, che già cominciva ad imbrunire. Ricordo di avere gridato, forse aiuto, di avere anche pianto su quel sentiero. Ma nel frattempo spingevo e alla fine, credo di averci impiegato quasi due ore, ne sono uscita. Una coppia mi dice che lì posti per dormire non ce ne sono e che Peniche dista solo cinque chilometri, sono quelle luci laggiù. Poi, a mia richiesta, si ricordano che c’è un campeggio a un chilometro e mezzo. Lo raggiungo, hanno delle belle casettine di legno, ma il guardiano, a quest’ora, mi può solo fare entrare. Monto la tenda, lottando contro un vento pazzesco, mi mangio la frutta mezza marcia e qualche biscotto che ho con me. Poteva anche andare peggio, mai lamentarsi.
La spiaggia di S. Martinho … e la baia Carina questa casa con i nidi per gli uccellini Sosta pranzo Laila si difende dal caldo come può Particolare: posacenere fatto con un fondo di bottiglia di plastica Non é di una cicloviaggiatrice questa bici. Porta a spasso il cane in bici solo localmdnte
Da qui niente foto: troppo dura e troppo sofferta la parte rimanente per pensare a scattare foto.