Grecia

16 Novembre 2023 0 Di wp_1499909

3 – 4 novembre 2023. Edessa, Salonicco

Non credo ci sia un’altra strada per entrare in Grecia da questa parte, quindi anche in bici l’avrei percorso questo tratto, con frequenti cartelli di attraversamento animali. Quali animali? Mica mucche o cervi come da noi, no, qui compaiono insieme un orso e un cinghiale! Vabbè che non è così facile vederli, l’ho già verificato in Trentino, forse sono peggio i cani, enormi, senza padrone e spesso in gruppi numerosi. Sono buoni con le persone, ma Laila temo che correrebbe seri pericoli.

Questa è l’unica foto di Edessa: le altre le ho cancellate per errore 🙁 Ricordo Edessa come una bella cittadina, ci sono arrivata con le ultime luci del giorno, ho trovato parcheggio lungo il fiume vicino al vecchio ponte e me la sono girata un po’. Prima cena in Grecia in un raro ristorante aperto; ero l’unica seduta fuori nonostante il “freschetto” della sera (ormai siamo a novembre e, se di giorno può fare ancora molto caldo, la sera il freddo comincia a farsi sentire) perchè Laila dentro non era ammessa. Insalata greca, ottima ed economica, sulla strada del ritorno ho potuto ammirare le cascatelle che il fiume forma in un bel parchetto urbano ed ho passato la notte parcheggiata in uno spiazzo erboso vicino al politecnico.

Arrivo a Salonicco, Tessalonikij in greco, verso le undici di sabato 4 novembre perché qui, me ne accorgo solo adesso, non sono ritornati all’ora solare, e menomale sennò alle quattro del pomeriggio starebbe già imbrunendo. Giro a piedi, entro nella chiesa patrimonio UNESCO legando Laila fuori, nella cattedrale invece non entro, mi limito a scattarle un paio di foto. Passo davanti ad un negozietto di manicure/pedicure e decido di farmi un regalo: prendo appuntamento per mezzogiorno e mezza ed intanto vado a vedere il mare. C’è una bella ciclabile lungomare, ma c’è anche una bella pioggia incombente che nel giro di pochi minuti diventa battente. Ci rifugiamo nel bar del.porto, ordino un espresso: 4 euro! E non è un’eccezione, qui i caffè, quando lo paghi poco, costa due euro e cinquanta, alla faccia dei greci in crisi! Nel pomeriggio il tempo cambia radicalmente, esce un sole splendente. È comunque troppo tardi per pensare a un giro in bici; trovo su Park4night un’area camper appena fuori città con doccia e servizi. Faccio un po’ fatica a trovare l’entrata, fra l’altro ci sono due enormi cani che si aggirano liberi all’interno. Cerco di richiamare l’attenzione di qualcuno suonando il clacson. Appare la proprietaria, dell’area e dei cani, che mi assicura che sono buoni. Sì, buoni! Come faccio scendere Laila l’anziana femmina cerca di azzannarla, a stento riusciamo ad evitare il peggio. Chiedo a Marina, così si chiama la signora, di tenerla legata o rinchiusa e ei mi assicura che lo farà, ma durante la notte il maschio girerà libero; lui però non dovrebbe essere un pericolo per Laila. Sperem! Cani a parte, mi sono trovata proprio bene qui, ho anche cenato con loro, Marina, suo marito, suo figlio e un altro ragazzo suo amico, una coppia di loro amici in visita e un altro ospite dell’area che di cani ne ha due. Passo una bella serata in compagnia, dopo aver fatto una doccia calda di cui avevo proprio bisogno e la mattina dopo approfitto del sole e stendo ad asciugare l’intero contenuto della tenda, ormai tutto bagnato per l’umidità e le piogge dei giorni scorsi. La prossima notte dormirci sarà un piacere, comunque il costoso sacco a pelo comprato l’anno scorso alla Decathlon di Nantes si sta comportando proprio bene e lì dentro sono protetta da tutto: niente freddo né umidità, qualunque cosa ci sia fuori.

Domenica 5 novembre. Penisola Calcidica.

Seguendo i consigli di Andrea prima e di Marina poi, dedicherò la giornata di oggi alla penisola Calcidica, quella che ha la forma di tre dita un po’ a sud est di Salonicco. Su una di queste dita sorge il famoso monte Athos il cui nome evoca figure di monaci eremiti i quali, già dal lontano anno mille, non ammettono presenze femminili, ma comunque anche per i maschi non è poi così facile visitare i monasteri, ci sono permessi da chiedere con anticipo. Mi hanno detto che alcune donne raggiungono clandestinamente a nuoto la spiaggia e che i monasteri sono visibili dai battelli che fanno servizio da Salonicco alla penisola. Ma adesso non ci sono, stagione finita, quindi mi devo accontentare di vederlo da lontano il monte Athos. Qui sembra ancora estate, durante le ore centrali del giorno fa proprio caldo e c’è chi fa il bagno; io mi limito a una passeggiata sul bagnasciuga, non ho voglia poi di montare tutto l’ambaradan per farmi una doccia e il sale sotto i vestiti per me è una tortura. Passo da una cittadina di nome Cassandra (qui molte località hanno nomi mitologici) per il resto tutto percorso naturalistico, molto bello. Una curiosità: lungo le strade di qualsiasi tipo, da quelle principali ai sentieri, sono disseminate delle chiesette in miniatura. Quando ho visto le prime a Salonicco ho pensato alle cassette per la posta, poi, incuriosita dal fatto che ci fossero anche in posti molto isolati, ci ho guardato dentro: sono cappelle in miniatura, con la loro brava icona davanti alla quale ci sono candele o lumini, a volte accesi. Ce ne sono anche di più grandi, chiesette tipo le nostre cappelline sulle strade di campagna, ma queste qui in miniatura sono davvero un’infinità. Verso l’imbrunire cerco un posto dove fermarmi. Park4night mi suggerisce il porto di Aristotle, io decido per un’area adiacente, ma sulla spiaggia, fra gli alberi. Trovo un ristorantino con una proprietaria simpatica che parla anche un po’ di italiano e si coccola tantissimo Laila e dopo cena e passeggiata serale lungomare mi installo. Domattina mi sveglierò davanti ad un’alba infuocata i cui colori si stemperano poi in un bel rosa: sicuramente un letto in una camera d’albergo sarebbe più confortevole, ma difficilmente ti potresti godere un simile spettacolo.

Siamo a lunedì 6 novembre e per oggi è prevista una lunga guidata fino a Meteora, ad oltre 300 chilometri da qui e trecento chilometri su queste strade… Ma alla fine ne sarà valsa la pena, lo spettacolo dei monasteri appollaiati sulle cime di una sorta di colonne rocciose naturali è davvero unico ed emozionante, soprattutto nella luce del tramonto. Per visitarne uno avrei dovuto arrivare almeno due ore prima, ma pazienza, è stato comunque bello.

Martedì 7 novembre. Atene

A descrivere Atene bastano le foto. Per quanto riguarda il mio viaggio, tornando da Meteora, direzione Atene, decido di passare la notte in uno spiazzo adiacente una stazione di servizio: domattina, quando apre, colazione e GPL assicurati. In Grecia il GPL è molto caro, arriva a sfiorare l’euro al litro, qui costa sugli ottantacinque centesimi, economicissimo! Verso mezzogiorno mi accorgo di aver dimenticato le ciotole di Laila nel prato dietro la macchina. E adesso dove gliela metto la pappa? Percorrendo un vialone periferico di Atene noto all’ultimo momento un pet store, sterzo di colpo e non mi accorgo che lo scivolino per le auto non è dappertutto: vado a sbattere violentemente contro il gradino del marciapiede e quando, comprate le ciotole, mi rimetto al volante mi accorgo di avere una gomma a terra. Per fortuna a cento metri di distanza sul lato opposto c’è un gommista, pian pianino lo raggiungo e la gomma viene subito sostituita: 50 euro, care le tue ciotole Laila!

Atene è una metropoli, il traffico è infernale. Mi rassegno a pagare il parcheggio dell’auto, anzi, mi sarei rassegnata se non fosse stato così complicato: dovevo lasciare le chiavi, tornare entro le 22… no grazie. Alla fine lo trovo un parcheggio, forse non tanto regolare perché la strada recava le righe gialle, sbiadite, dei posti riservati ai residenti. Vabbè, corro il rischio e mi va bene. Visito tutto dal di fuori, sarei entrata volentieri nel museo dell’Acropoli, da cui si accede al Partenone, ma lo trovo già chiuso. Lo vedrò dall’esterno risalendo la collina sulla cui cima si trova, poi scenderò per un bel parco nell’Acropoli con tanti localini. Mi fermo in uno di questi per la cena e vado a cercarmi un posto per la notte. Park4night suggerisce un’area portuale, ma nel giro di un’oretta arriva un gruppo di ragazzini in moto che ha scelto quell’area per fare un po’ di rumorosissime evoluzioni. Io ho una grande tolleranza per i rumori, ma quando è troppo è troppo. Scendo in pigiama e sposto la macchina in un’area un po’ più in là, dotata anche di macchina per il caffè. Delusione: non funziona!

8 – 9 -10 novembre. Cefalonia, Igumeniza… e verso l’Albania

Che poi la sera del 10 novembre contavo proprio di dormirci, in Albania. Avevo già scelto dove: Park4night mi indicava un’area proprio vicino alla frontiera e mi ci stavo dirigendo, da Igumenitza erano una ventina di chilometri e anche se era tardi, quasi le dieci di sera, e avevo sonno, mi sono detta fatti forza ed ho proseguito. Ed ho fatto male, molto male. Un colpo di sonno mi stava facendo uscire di strada; per fortuna ho corretto subito ed ho rimesso l’auto in carreggiata… a cosro di un altro pneumatico scoppiato perché le strade greche, fuori dalle città, sono quasi tutte senza banchina e dal nastro di asfalto si cade direttamente nella scarpata. Più o meno come qualche giorno fa ad Atene, solo che qui non c’era il gommista a portata di mano e se anche ci fosse stato a quest’ora l’avrei trovato chiuso. Non mi resta che sfruttare la mia tessera di socio ACI e chiedere il soccorso stradale. Facile a dirsi. Per fortuna, per pochi chilometri ero ancora in Grecia, con la possibilità di chiamate illimitate verso l’Europa. Se mi fosse successo in Albania avrei avuto le mie belle difficoltà, come avevo già sperimentato alla Hobbit house in Serbia. Per ben quattro volte, una volta riuscita a superare la barriera della musichetta (la nona di Beethoven) mi ha risposto una voce registrata che annunciava l’operatore numero… che risponde dall’Albania, poi, o riprendeva la musichetta o cadeva direttamente la linea. Ero nella più completa oscurità, in uno spiazzo sabbioso lungo la strada, di fronte a un mare che non vedevo, ma di cui sentivo vicinissimo il frangersi delle onde. Intanto aveva incominciato a piovere; alla fine mi ha risposto una donna, in inglese, chiedendomi se non avevo la ruota di scorta o almeno il ruotino. Certo che ce l’avevo, ma le pare, signora, che a mezzanotte, nel buio più buio, mi metto a svuotare il bagagliaio per tirarla fuori, a trafficare con il crik, ecc. Da sola lungo la strada? e per di più sotto la pioggia? Allora cosa pago a fare per avere il soccorso stradale? Mi mandi un carro attrezzi! Parte la pantomima dell’invio della posizione tramite un link che non ha mai funzionato; gliela spiego io la mia posizione. Come Dio ha voluto, all’una di notte si è materializzato il carro attrezzi che mi ha trainato per un chilometro fino a una stazione di servizio che aveva anche il gommista, ovviamente chiusa. Ho finalmente aperto la tenda e mi sono goduta qualche ora di sonno fino all’agognata sostituzione del pneumatico.

Le due giornate precedenti sono state, col senno di poi, uno spreco di tempo e denaro. Avrei fatto meglio a rimanere sulla terra ferma, visitarmi Patrasso e Igumenitza, invece di imbarcarmi per Cefalonia. Partita da Atene la mattina dell’8 novembre, ho fatto un lungo percorso sul mare, quasi tutta zona portuale o industriale fino a Corinto alla quale seguirà tutta una serie di paesini da turismo balneare, quindi adesso semideserti, nei quali si incontrano sterminati parcheggi vuoti… non oso immaginare cosa devono essere questi posti nel pieno della stagione. Lungo la strada, a Lampiri, vedo un campeggio aperto e mi ci fiondo, ho proprio bisogno di una doccia come si deve, l’ultima l’ho fatta nell’area camper di Salonicco, sono già passati quattro giorni, con una intermedia lavata di capelli autarchica in uno spiazzo al sole lungo la strada per Meteora. C’è anche un ristorante e un servizio di lava-asciuga biancheria di cui approfitto per lavare tutto, compreso il materassino di Laila che comincia a non avere proprio un buon odore. Anche stasera il tempo è incerto, piove anche un po’, ma questo campeggio è proprio bello, sul mare, con un pontile da cui tuffarsi. Ci sono parecchie auto con la tenda sul tetto come la mia. La mattina dopo c’è il sole, qualcuno fa il bagno… sono tentata, ma fa troppo freddo a quest’ora. A Rio, un po’ prima di Patrasso, c’è un bel ponte per attraversare un braccio di mare e proseguire verso nord. Ci tenevo a vederlo da vicino e così mi sono concessa una lunga passeggiata fino alla costa, per la gioia di Laila che non ne può più, mi sembra, di passare tutte queste ore in macchina. Per Patrasso ci passo solamente, peccato, mi sarebbe piaciuto visitarla, ma l’imbarco per Cefalonia è a Killini, dove arrivo verso le due, mi fermo in un’area camper sulla spiaggia dove c’è qualcuno che sta facendo il bagno e c’è pure una doccia funzionante. Vero è che spira un venticello fresco che renderà un “piacere” l’uscita dal mare e la doccia fredda, ma qui un bagno si può fare. E invece no, perché il bagnasciuga è invaso da montagne di alghe come pure il primo tratto di mare: è destino che, con tutto questo mare, al massimo ci abbia potuto pucciare i piedi… è anche novembre però. L’imbarco è alla 16.30, mi chiedo ancora perché mi sono ostinata ad andare a Cefalonia, considerato che, se voglio raggiungere Berat e festeggiare dopodomani il mio compleanno con Sergi, nel frattempo tornato dalla Finlandia, domattina dovrò già tornare indietro; a Cefalonia valeva la pena passarci qualche giorno. A mia parziale giustificazione il fatto che al porto mi avessero assicurato che l’indomani, 10 novembre, avrei trovato un traghetto per Patrasso e da lì un altro per Igumenitza, invece questo secondo traghetto c’è solo fino a fine settembre. A Cefalonia ci arrivo alle 17.30. quasi sul far della sera, guido per buona parte al buio fino alla capitale Argostoli, poi raggiungo il porto di Sami, mi trovo un angoletto lì vicino in cui passare la notte in attesa dell’imbarco, domattina intorno alle nove. Siccome io mi sveglio presto, ne approfitto per visitarmi Sami, o Samis. Mi dicono che ci sarebbe un monastero nei dintorni, ma tanto è chiuso per cui mi limito a farmi un giro, il biglietto per il traghetto, colazione… cose così. Come dicevo, la mia intenzione era di passare la prossima notte in Albania per cui anche stavolta non mi fermo a Patrasso. Ci tornerò, per poi proseguire alla volta della Turchia e della via della seta, è un’idea che mi frulla da tempo nella mente. Sarebbe bello farla con qualcuno, per tanti motivi. Chissà se con Andrea riusciamo a quagliare 🙂 Ma non posso fare a meno di dedicare un po’ di tempo ad Arta, una cittadina che del tutto inaspettatamente incontro sulla strada e che mi presenta come biglietto da visita un bellissimo castello. Al bar dove mi fermo per un cappuccino ristoratore mi confermano che c’è anche un antico ponte e mi spiegano come arrivarci. Tra qualche ora, passata Igumenitza,, sacrificherò al viaggio il secondo pneumatico nel giro di pochi giorni.