Unquera – Villahormes

26 Ottobre 2021 0 Di wp_1499909

21 settembre 2021. 42 km

Basta! Arrivo à Llanes, prendo un treno per Zamora e la cosa finisce qui. Sono stufa: di sentirmi rifiutare alloggio in molti albergue, ma anche hostal, hotel e pensioni, perché i cani non sono ammessi, della pioggia, che sta cadendo copiosa più volte al giorno in questi ultimi giorni e, ciliegina sulla torta, sono pure appena caduta. L’asfalto bagnato mi ha fatto scivolare la bicicletta in una curva in discesa, per fortuna a bassa velocità e per fortuna con il casco in testa perché l’ho battuta violentemente la testa, ma senza conseguenze apprezzabili: solo qualche graffio, qualche livido e un po’ di intontimento. Si ferma della gente, vorrebbero chiamare un’ambulanza, ma io dico di no. Non sto poi così male e non so cosa farebbero di Toby, visto che qui i cani non sono ammessi da nessuna parte. Ovviamente, per la legge di Murphy, cado all’uscita di un pueblo e non ci sono più bar per un chilometro buono, fino a quello di un’area di servizio stradale dove, ovviamente, sono costretta a legare fuori Toby, bontà loro in un posto coperto visto che piove, per poter bere al caldo qualcosa di caldo di cui sento proprio il bisogno (e dal quale sto scrivendo con una sorta di furore).
Scendendo a Llanes esce il sole e piano piano ritorno sulla mia decisione: finirò il cammino. Sono bardata con tutto il contenuto della borsa da caso pioggia: pantaloni impermeabili sovrapponibili, soprascarpe impermeabili, due giacchini da pioggia sovrapposti più il giaccone del nipote gruista di Juan; con il sole comincio ad entrare in ebollizione. Mi fermo sul muretto davanti a una casa in cui stanno facendo dei lavori e tolgo il tutto. Ne approfitto anche per la pappa di Toby che qui incontra un altro Toby.
La Lola sembra uno stendipanni, c’è attaccato di tutto perché l’acqua trova sempre il modo di entrare quando piove tanto. Pausa pranzo nel centro di Llanes intorno alle tre del pomeriggio. Mi devo accontentare di quello che è rimasto sul bancone perché la cuoca è già andata via. Ma quanto è cambiata la Spagna? Le tre del pomerigggio erano da sempre l’ora ideale del pranzo… un altro effetto Covid?
Comunque… Il rio Deva segna il confine naturale tra due regioni. Unquera è l’ultimo pueblo della Cantabria; attraversando il fiume si entra in Asturias, nel comune di Ribadeva che comprende tre “parrocchie”: Colombres, Noriega e Villanueva. Mi informo su Wikipedia: praticamente siamo a Colombres, famosa per le sue casas de indianos, il nome con cui si indicavano gli emigrati in America. La più grande, fatta costruire da uno di loro, Iñigo Noriega, ospita il Museo de la Emigracion e la Fundacion Archivo de Indianos, che raccoglie tutta la documentazione su queste persone.
Proseguo sotto una pioggia intermittente. Vorrei arrivare a Ribadesella, ma quando vedo le indicazioni dell’albergue “Villahormes” decido di fare un tentativo prima che si faccia troppo tardi. Il cane deve dormire fuori, mi dice il proprietario/hospitalero. Ok, ma minaccia pioggia. “Yo no quiero saber nada”, conclude. Come dire: arrangiati tu con gli altri pellegrini, che sopraggiungono poco dopo. Sono quattro, una coppia sposata, un tedesco e una spagnola. Le due donne iniziano a coccolarsi Toby, il pellegrino tedesco dice che sarebbe felice che dormisse nel letto con lui: ammesso nel dormitorio all’unanimità!
Scendo con il pellegrino spagnolo, marito della ceca… che bella storia: si sono conosciuti sul cammino tre anni fa e sposati tre mesi fa nella repubblica ceca, dove vivono… fino alla “tienda” a comprare qualcosa da mangiare e si organizza una cena comunitaria nella reception dell’albergue. Una “cena de picoteo” tipicamente spagnola cioè spiluzzicando un po’ di tante cose a cui ben volentieri partecipa anche Toby, ma l’ingrediente migliore è l’allegria in cui la si consuma. Fuori diluvia, ma… domani é un altro giorno, si vedrà.