San Sebastian – Getaria
13 settembre 2021. 37 Km
Cara la mia Spagna! Sarà stato l’effetto Covid, come dicono molti, ma i prezzi sono più o meno triplicati. Gli albergue costano intorno ai 20 euro, negli alberghi, dei modesti 2 stelle, ti chiedono 75 euro, come stasera a Getaria. Ma siamo matti? Vabbè, io dormirò sulla spiaggia che, doccia mancata a parte, non è poi così male e tu, albergatore esoso, la tua camera te la terrai vuota.
Oggi, come ieri, si è scollinato. Una lunga salita, circa cinque chilometri sul monte Igeldo da cui, poi, si scende a Orio. Salita affrontata tardi, avendo lasciato Donostia, nome basco di San Sebastian, che già era mezzogiorno passato. Più che visitare la città, che già conosco abbastanza, sono andata in cerca di un ciclista che mi sistemase il freno davanti che già da un paio di giorni stride quando freno in discesa e alla fine la ruota rimane frenata. Avevo già messo in conto la pastiglia, ma non il disco, molto rovinato, da cambiare. Costo dell’operazione 74 euro, ma adesso finalmente la Lola è tornata quella di una volta e fila liscia come un olio. Arrivata in cima al monte Igeldo, mi fermo nella vasta area di sosta, con tavoli di legno, barbecue e perfino un bagno, a far mangiare il Toby, poi, a Orio, 6 km in discesa, mangerò io. Non sarà così. Mi chiamano due ragazzi che mi avevano visto salire col cane. Chiacchieriamo un po’, mi offrono qualcosa da mangiare, pane e pomodori conditi con olio e sale. Stanno aspettando un altro amico e intanto preparano da mangiare. Hanno carne, pancetta, peperoni, funghi, asparagi, vino, sidra… un banchetto in piena regola. Sono simpatici, mi ricordano i miei alunni migliori. Arriva il terzo amico e poi ne arrivano altri due.
Non volendo esagerare ed essendosi già fatte le tre e mezza, li saluto e riparto, ovvero, penso di ripartire, perché mi blocca la polizia: se vado a Orio, mi dicono, la strada é bloccata perché c’è stato un incendio; quando non vedrò più la loro auto vorrà dire che è tornata percorribile. Torno dai ragazzi e partecipo alla grande abbuffata, una festa per Toby e quando riparto sono le sei passate.
Penso di arrivare a Zumaya, una trentina di chilometri… si può fare. Ma non ho fatto i conti con le pendenze, tratti non troppo lunghi, qualche centinaio di metri, ma con pendenze sicuramente superiori al 20%, non ce la faccio neanche a spingere. Per fortuna nei due strappi peggiori vengo aiutata, prima da un pellegrjno a piedi e poi da un signore che stava facendo una passeggiata. Dopo Zarautz inizia una meravigliosa ciclabile sul mare, falsopiano in discesa, che mi scodella dritto dritto a Getaria, la città di Elkano, il navigatore che terminò il viaggio di Magellano, ucciso dagli indigeni nelle Filippine. C’è aria di tormenta, mi fermo qui. Una gentile coppia di passanti mi indica l’albergue più vicino, proprio all’entrata della cittadina. Non accettano i cani e non li accettano neppure nell’altro albergue aperto, quello dove sono alloggiati due pellegrini, uno italiano, di Vercelli, e l’altro olandese, con cui condivido la cena. Menù del pellegrino a 11 euro solo dietro presentazione della credenziale. Io ce l’ho, loro l’hanno dimenticata in albergue, devono mangiare alla carta. Il cammino è diventato sempre più “negocio”, si è persa ogni forma di solidarietà, quella che lo rendeva unico.
Scendo alla spiaggia e quando ci arrivo pioviggina per cui monto la tenda. Buonanotte.
Lìalbergue di San Sebastian In giro per San Sebastian Lascio San Sebastian seguendo il cammino … e affronto la salita al monte Igeldo Musicisti argentini Pranzo offertomi da questi ragazzi: Orio … gemellata anche con una Orio italiana dalla ciclabile per Getaria Getaria. Non trovo alloggio e minaccia pioggia