11 agosto 2020. Miglionico – Potenza

Miglionico – Indipendente – Tricarico – Potenza
km 80
Oggi, dopo la ricca colazione all’agriturismo San Giuliano, preparata dalla mamma di Pasquale con prodotti tutti loro, e non parliamo di quel buonissimo latte crudo, ho avuto il primo assaggio di Basilicata sul versante delle distanze. Già ho potuto “apprezzarne” le salite, ma non mi aspettavo, in Italia, queste grandi distanze tra gli insediamenti umani che, in Europa, ho finora incontrato solo nei solitari cammini spagnoli: 80 chilometri e solo tre paesi attraversati. La coppia di bresciani mi aveva avvisata: da qui a Tricarico trenta chilometri tutti in salita (ieri per loro in discesa), non forte, ma inesorabile. Sotto un sole implacabile, ombra quasi mai, temperature intorno ai 40°… insomma, è stata dura. Prima di Tricarico (che per la precisione dista 34 chilometri da Miglionico, e quattro chilometri di salita non sono affatto trascurabili, ci si impiega una buona mezz’ora), a Indipendente c’è un bar sulla strada dove trovare un po’ di ristoro. Attraversando Tricarico mi chiamano da una villetta, mi chiedono se ho bisogno di qualcosa, mi invitanto ad entrare in giardino, mi offrono un caffè e le loro pere, buonissime. Dopo questo simpatico ed imprevisto intermezzo (sono queste, per me, le cose più belle di un viaggio) riparto alla volta di Potenza, attenta a vedere se per caso non incontro un saldatore di alluminio sulla mia strada. Stamattina ho cercato di riparare nel miglior modo possibile il portapacchi, assicurando con lo scotch nero da elettricista una pietra piatta che lo tenga lontano dai raggi, ma è sempre un aggiustamento di fortuna: non voglio neanche pensare a quello che potrebbe succedere se prendessi una buca in discesa e il tutto saltasse, mi è già bastata l’esperienza di tre anni fa in Francia… Ma sulla mia strada, fino alla periferia di Potenza che raggiungo ad ora ormai tarda, non c’è assolutamente nulla, nè un paese nè un bar nè un benzianaio, solo natura incontaminata e bellissima. Devo scollinare tre volte e, a conti fatti, avrò accumultato in questa tappa tra i 1500 e i 2000 metri di dislivello in salita. Arrivata a Potenza è fatta? Ma va’! Per raggiungere il centro bisogna ancora salire, salire… ci sono perfino le scale mobili, ma questo lo scoprirò solo quando vi giungerò pedalando. Approfitto delle fermate per tirare il fiato, per informarmi su dove dormire, o viceversa. Pare che anche qui, in questa settimana di ferragosto, sia tutto pieno. Comunque tutti mi sconsigliano vivamente il Tourist Hotel, in centro. Mi dicono che è fatiscente, ha accolto a lungo gli extracomunitari, eufemismo per gli immigrati, in genere africani. (Ma perchè extracomunitari? Gli extracomunitari sono gli svizzeri, adesso gli inglesi e gli abitanti di qualche altro paese europeo non facente parte della comunità europea; forse che bolliamo come extracomunitari gli americani o i giapponesi?) E dove vado a dormire? Ma al Tourist Hotel, 40 euro contro i 70 del Pretoria che tutti mi consigliavano. Fatiscente? Assolutamente no: trovo una camera ben attrezzata, con una bella vista sulla città, pulita; chissà il perchè di questa leggenda metropolitana, forse il proprietario si è fatto dei nemici. Giretto serale per le vie del centro e cena a base di alette di pollo fritte (ne avevo proprio voglia) da un kebabaro e poi a nanna. Domani voglio arrivare a Benevento, dove mi aspetterà il mio amico Nicola, in bici se arrivo presto, altrimenti in macchina. Credo sia più probabile in macchina😀
Grazie di tutto Pasquale il bar di Indipendente grazie di tutto anche a voi😘 Potenza dalla mia finestra