10 luglio 2020. Ardea – Sabaudia

17 Luglio 2020 0 Di wp_1499909
Paesi attraversati:
Ardea – Anzio – Nettuno – Acciarella – Foce Verde – Sabaudia

Km 88

Hai voluto la bicicletta? E allora… pedala? Che banalita! Meglio dire smonta il bagaglio pezzo a pezzo per poter passare il ponte, tutto transennato, sul fiume e proseguire su un bellissimo sentiero ombreggiato, che però finisce per diventare moolto sabbioso. E allora: hai voluto la bicicletta? Trascinala faticosamente, dato il peso. E menomale che le mie Schwalbe con la protezione in kevlar non si bucano facilmente, permettendomi di sfruttare il passaggio sulla pungente vegetazione, comunque meglio della sabbia.
Ciononostante, oggi di chilometri ne abbiamo macinati parecchi. Dopo una prima parte tranquilla, colazione nel b&b gestito da un’anziana coppia, che forse così anziana non era… la grassa signora ha 61 anni, quattro meno di me; queste cose ti fanno sentire vecchia, ma anche baciata dalla fortuna. Condividiamo la colazione con una famigliola di Sorrento che ci invita ad andarla a trovare quando passeremo da lì, poi giunge l’ora di accommiatarsi e cominciare a pedalare. Ben presto siamo ad Anzio, città natale di Nerone. I resti di quella che doveva essere la sua sfarzosa villa,  direttamente sulla spiaggia, sono lasciati, aperti ed accessibili, alle orde di turisti maleducati che li usano come stabilimento balneare e li riempiono di rifiuti: roba da matti!
Bella Nettuno, elegante cittadina muragliata, e fin qui… Il bello arriva dopo. Si punta verso l’interno, Acciarella, perché altrimenti si dovrebbe pedalare sulla spiaggia, ma poi si può continuare in riva al mare; mare a destra e due laghi, Fogliano e Caprolace, sulla sinistra. Per percorrerla, però,  c’è stato un prezzo da pagare: smontare ogni bagaglio dalle bici per poter accedere al ponte, chiuso al traffico, sul fiume Astura (vedi sopra). Bella ciclabile per un tratto che poi diventa una duna di sabbia su cui trascinare faticosissimamente le bici per quasi quattro chilometri (vedi sopra) . Pant!
A Sabaudia decidiamo di fermarci al camping Lilandà, dal nome della scimmietta di Anita Ekberg che soggiornò da queste parti ai tempi della Dolce vita. Bagno rigenerante  doccia e cena pantagruelica, troppo, per un errore di valutazione, al ristorante del camping.