5 dicembre 2019. Porto Empedocle – Agira

24 Giugno 2020 0 Di wp_1499909

(passando per Canicattì) Km pedalati: circa 50

Paesi attraversati:
Porto Empedocle – Agrigento – Favara – Castrofilippo – Canicattì

 … fino al “bar del sole” di Canicattì dove Don Jacchino, come lo chiamano qui, cosa di cui va orgoglioso, è stato così gentile e disponibile da venirmi a recuperare in macchina, altrimenti mi sarei cercata il solito b&b a Canicattì… come mi piace dirlo! Nel parlare comune, Canicattì indica un posto in capo al mondo, quasi di fantasia, invece esiste, eccome! Non ne ho visitato il centro per evitarmi l’ennesima dura salita; per oggi mi sono bastate quelle inevitabili, lunghe e dure. Come quella per Favara, cittadina che sono contenta di aver visitato perché esprime l’essenza della Sicilia: degrado e riscatto, bellezza ed incuria. Le viuzze del centro storico sono caratterizzate da un’architettura Beirut (geniale definizione di Fabio Giuffrè, un amico su Facebook), sembrano gli effetti di un terremoto, ma no, è solo incuria, come mi dice un ragazzo a cui chiedo spiegazioni, e sfociano nelle belle piazze centrali; notevole la cupola della chiesa madre. Poi il nulla o quasi fino a Canicattì, dove decido di fermarmi essendo già passate le quattro e mancando ancora una ventina di chilometri a Caltanissetta: tutto tranne che trovarmi a pedalare al buio lungo queste stradine deserte di campagna, perché queste sono le statali qui, ad eccezione di quelle a scorrimento veloce, che sono praticamente autostrade e infatti sono vietate alle bici. Unico “cruccio”: aver saltato Agrigento e la valle dei templi, ma soprattutto la città perché i templi si vedevano bene dalla strada e non credo fissero poi così diversi da quelli del parco archeologico di Selinunte che ho visitato l’altro ieri. Mi sa che ci dovrò ritornare in Sicilia, a pedalare su quel tratto di costa “sacrificato” sull’altare dell’Etna.