12 novembre 2019. Bisceglie – Santo Spirito
Km 25

25 chilometri in due giorni: praticamente ferma. Ma sono stati due giorni intensi e ricchi di emozioni e di affetto. Ieri, 11 novembre, cadeva il mio sessantaquattresimo compleanno; era da qualche giorno che ci pensavo, non mi andava che fosse proprio un giorno qualsiasi, senza una persona amica con cui festeggiarlo. Così decido di fermarmi qui. Suzana stamattina non lavora, Anna e Benny, invece, saranno a casa nel pomeriggio, per cui dedicheremo la mattinata a visitare Bisceglie e, nel pomeriggio, torneremo a Trani. E poi devo trovare un ciclista perché, dopo l’intervento sui mozzi, la catena non sale più sulla corona grande. Scendiamo, Suzana e io, a fare colazione al vicino bar pasticceria. Prima di lasciarlo vorrei ordinare una torta per stasera. “Non fanno le torte, qui”, dice Suzana. “Ma come? se è una pasticceria!” “Sì, ma fanno solo cornetti e pasticcini” “Beh, provo a chiedere” e faccio per alzarmi. A questo punto Suzana é costretta a confessare che alla torta ci ha già pensato lei. E compare, la torta, al termine di uno squisito pranzetto (Suzana é un’ottima cuoca). Non credo ai miei occhi: la torta reca una scritta augurale a me dedicata, ma, soprattutto, il disegno di una bicicletta! Sono commossa, questo me lo ricorderò come uno dei compleanni più belli della mia vita. Uscita Suzana e attese le tre e mezza, ora in cui apre il ciclista, Anna mi ci accompagna. Niente di grave, il cambio andava solo registrato, é bastato regolare un po’ una vitina, roba di un minuto tanto che il ciclista non ha voluto nemmeno essere pagato. Poi, tornato anche Benny, ce ne andiamo tutti e tre a Trani; rivedo la zona del porto, che già mi aveva incantata ieri, ma mi fanno scoprire anche il parco e il suo piccolo acquario, oltre ai vicoletti interni. Bellissima Trani, molto bella anche Bisceglie, anche lei col suo porto, il mercato del pesce, le tantissime chiese antiche, il castello, le grandi piazze e i vicoletti del centro storico. Avrei voluto invitarli a cena fuori, ma dopo l’abbondante pranzo nessuno aveva fame, inoltre rimaneva ancora più della metà della torta; se, nel tagliarla la prima volta, avevo cercato di preservare la bicicletta, la sera ci siamo mangiate le ruote. E oggi, che avevo pensato ad una tappa bella lunga, mi sono svegliata col rumore della pioggia, una forte pioggia, e tanto vento. Le previsioni sono infauste per tutta la mattinata, ma migliorerà nel pomeriggio. Nonostante loro mi sconsigliassero di mettermi in strada, ritengo, un po’ a malincuore, che sia giunto il momento di riprendere il viaggio. Vorrei arrivare a Bari, ma, dopo soli 25 chilometri, si sta già facendo scuro. In un bar sul porticciolo di Santo Spirito mi aiutano a trovare un b&b per stanotte. Non trovo un b&b, ma una vera e propria opera d’arte: un appartamentino a pian terreno tutto per me, dove trova posto anche la Kūbiña; sul soffitto, bombato come quello di una chiesa, é stato perfino fatto riaffiorare, grazie ad un sapiente restauro, un affresco di Antonio Lanave, un pittore locale del primo novecento. Ma il restauro non si è fermato agli affreschi, sono stati recuperati anche i mobili d’epoca e l’effetto di insieme é molto gradevole. La ragazza che li gestisce, questo e un altro attiguo, oltre ad essere l’artefice di questo bel recupero, è anche un’ospite attenta e premurosa. Mi porta un trancio di focaccia barese, una sorta di pizza con i pomodorini, ottima, che mi servirà da cena e domattina verrà a prepararmi la colazione.
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