5 novembre 2019. San Giovanni Rotondo – Torremaggiore
Km 50

San Giovanni Rotondo – Borgo Celano – San Marco in Lamis – Apricena – Torremaggiore
In cerca delle mie radici. Altrimenti questa tappa non avrebbe avuto senso; Torremaggiore è una bella cittadina, come tante nell’interno, ma non posso certo visitarle tutte. Quanti sono i comuni italiani? 7914, risponde Wikipedia. Visitandone una media di cinque al giorno, il mio cicloviaggio durerebbe almeno quattro anni! Inoltre, mi sono inizialmente pentita per averla inserita a causa del forte vento laterale che mi ha impedito, per lunghi tratti, di pedalare perché mi buttava a terra, così i diciotto chilometri che separano Torremaggiore da Apricena me li sono fatti in buona parte a piedi. Mia mamma era di Torremaggiore e dovrei avere ancora qualche parente qui, anche se quelli più diretti sono già tutti morti, per cui, quando sono finalmente entrata nel paese, per prima cosa mi sono diretta al cimitero, ma era già chiuso. Trovato un B&b e sistemata la Kūbiña, ho fatto un giro per il paese alla ricerca dei luoghi in cui, da piccola, trascorrevo le vacanze estive. Ho trovato il Codacchio, quartiere tra i più antichi, ora centro storico, ho sceso la scalinata a fianco della casa in cui abitavano i miei zii. Dalla porta di una casa si è affacciata una donna bionda. Mi guarda, la guardo. Le dico: “Venivo qui da bambina. Mi sembra che qui abitasse un mio parente, Gino”. “Ma è mio padre”, risponde lei. Mi invita ad entrare; Gino ha compiuto 91 anni, ma é ancora abbastanza lucido da ricordare tanti episodi e persone. Non, però, il cognome di Fedora e Michelino, due zii acquisiti che mi piacerebbe rivedere. Telefoniamo a Lucia, un’altra delle figlie di Gino, compagna di giochi di tanti anni fa, e ci accordiamo per vederci dopo cena. Arriva con la figlia più giovane e il di lei marito, due ragazzi molto simpatici, ma neanche loro si ricordano cognome e indirizzo che cerco. Sarà risolutiva una telefonata di mia sorella, che mi raggiunge proprio l’indomani, mentre sto abbandonando il paese in sella alla Kūbiña, così che il mio soggiorno qui si allunga di un giorno. La zia Fedora è ormai molto avanti con gli anni e cammina a fatica, ma é felicissima di rivedermi. Michelino e Angela, sua moglie, mi accompagnano al cimitero a visitare le tombe di nonni e zii. Nel frattempo mi raggiunge un messaggio da Barcellona di mio cugino Massimo che mi manda il numero di telefono di sua sorella Maria Antonietta. Ci diamo appuntamento in quello che era il mitico negozio della zia Maria, uno dei miei più bei ricordi di qui, ed ora casa sua. Lei, però, non ci vive, ci sono lavori in corso e manca la corrente, così ci trasferiamo in un bar gelateria. Il mio amarcord si conclude qui, anzi, si concluderà domattina, quando lascerò la casa di Fedora, Angela e Michelino; adesso andiamo a comprare la pizza per la cena.
Addio Giuseppe, grazie di tutto Borgo Celano, piazza Giovanni Guareschi 🙂 San Marco in Lamis L’Appennino Dauno Apricena … famosa per la sua pietra Vento… Finalmente! Ma allora Torremaggiore esiste! I luoghi della mia amarcord